Prima Guerra Mondiale

Lord Montgomery Falsworth, spia al servizio di Sua Maestà, combatte indossando un costume che riproduce i colori della bandiera nazionale: nasce la leggenda di Union Jack.

 

Seconda Guerra Mondiale

Lord Falsworth indossa nuovamente i panni di Union Jack per affrontare la minaccia nazista.

 

Durante uno scontro con il vampiro nazista noto come Barone Sangue, Lord Falsworth perde l'uso delle gambe. L'onore, e l'onere, di indossare i panni di Union Jack per difendere la terra d'Albione passa a suo figlio: Brian.

 

Anno 1953

Brian Falsworth muore in un incidente d'auto.

 

Pochi anni fa

Joey Chapman, studente d'arte e figlio di un operaio dei dock di Londra, si trova a rivestire il ruolo vacante di Union Jack per aiutare Capitan America ad affrontare un redivivo Barone Sangue.

 

In seguito Joey viene toccato dal Pendragon, lo spirito della natura, lo stesso potere che dava vita alle eroiche gesta dei cavalieri della Tavola Rotonda. La terra è ferita dall'insensato comportamento dell'umanità, che continua a sfruttare senza remore le sue risorse, per questo l'entità nota come Cavaliere Verde ha scelto Union Jack ed altri perché in essi riviva lo spirito degli antichi cavalieri.

 

MARVELIT presenta:

#4 - FUOCHI NELLA NOTTE

Parte quarta: pietà è morta, è morta la speranza.

 

di Giuseppe Felici rossointoccabile su soggetto di Paolo Santucci

 

Ora

Mike lascia andare il corpo senza vita di Claire.

Una profonda risata erompe dalla sua gola. – Mortali, ringraziate che sono sazio, avrei banchettato anche sui vostri corpi. Mi amava la sciocca, malgrado tutto ancora mi amava. Ma anche io, a ben pensarci l’amo, le ho infatti donato la cosa migliore che mi sia mai capitata. Potere ed eternità, al piccolo prezzo della vita. Ahahahahahahahha. –

Mike salta attraverso la finestra, infrangendola.

Dopo pochi istanti, necessari per liberare il costume e indossare la maschera, Union Jack gli è dietro. Romany è già sul corpo esanime di Claire.

Il vampiro ha gia guadagnato terreno e si sta arrampicando sul palazzo di fronte, affondando gli artigli nel muro.

Joey lo insegue come meglio può, ma perde terreno.

Malgrado ciò è sul tetto quando la sua preda ha appena saltato il baratro che separa il palazzo dal suo vicino. Corre, il salto è impossibile per qualsiasi essere umano, Joey balza oltre la voragine senza neppure un attimo di esitazione, sente il Pendragon ribollire nel suo sangue. Malgrado ciò è costretto a rotolare per assorbire l’impatto. Un istante ed è di nuovo in piedi. Il suo avversario non sfrutta l’istante di vantaggio per attaccarlo. È più interessato a scavalcare il cornicione e saltare in basso.

Due metri più sotto c’è un altro tetto. Quando Joey arriva al cornicione e se ne accorge il vampiro è gia saltato sulla casa vicina.

Union Jack salta senza pensare, si rialza e corre all’inseguimento della sua preda. Ora è lui a guadagnare terreno man mano che il suo corpo supera limiti che sono ormai più che altro psichici.

Mike salta ancora in basso. Joey lo vede rialzarsi a fatica, mentre il suo corpo di non morto inizia a risaldare velocemente le ossa fracassate da tremando impatto. Scende velocemente luogo le scale d’emergenza.

Mentre rallenta è costretto a pensare. – Perché non si trasforma in vapore o vola via?

Intanto è arrivato sulla strada. La sua preda non è ancora riuscita ad alzarsi. Malgrado i dubbi che stanno iniziando ad affiorare nel suo cervello Joey si appresta ad agguantarlo.

Dall’ombra e dai tetti tutt’intorno spunta fuori un gruppo numeroso di figure minacciose. I loro occhi brillano di una sinistra fluorescenza nel buio del vicolo.

 

Non molto tempo fa, fuori dalla casa di Joey

Il vampiro si ritrae un istante prima che l’intruso lo scorga. L’ipnosi gli ha fornito le risposte che cercava, una parte almeno. Non sa ancora come sia intervenuto il loro nemico principale in questa terra, ma sa da dove sono partite le informazioni. Mentre si appresta a trasformarsi per volare via assapora il dolce gusto della vendetta.

 

Ora.

Strumenti utili contro un vampiro sono i simboli religiosi. Ma per lo più, soprattutto con i vampiri di una certa potenza, funzionano se ci credi.

E nei docks di Londra, malgrado la letteratura popolare annunci il contrario, la fede è più facile perderla che trovarla.

Union Jack, infatti, preferisce usare altri sistemi.

Oggetti benedetti, qualunque sia la religione o incantati con magie di altri tipi, funzionano perfettamente, ma non sono affatto facili da trovare. Calci e pugni funzionano alla perfezione, l’unica controindicazione che i vampiri sono forti, ben più forti di un uomo, anche di uno sostenuto dal Pendragon, se numerosi.

La lama d’acciaio colpisce con precisione. È placcata d’argento, cosicché il suo effetto è più duraturo. I vampiri rigenerano qualsiasi ferita non inferta da oggetti appositamente stregati, ma l’argento ritarda questo processo. L’aglio, contenuto nel costume e spremuto dai colpi ripetuti e dagli artigli, ferisce i feritori.

Il loro corpo non sente il dolore ma offre poca resistenza alle ferite. Joey salta, scarta, colpisce con il pugnale ed intanto raccoglie le scorie e i frammenti buttati qua è la nel vicolo sudicio e che la battaglia contribuisce a moltiplicare. Li infila con colpi certi, dovuti a lunghi allenamenti, nei corpi cedevoli dei vampiri. Per lo più nei loro cuori. Ma il numero è soverchiante.

Gia più volte ha raggiunto il limite delle forze, scarta, salta, assorbi il pugno, soffri l’artigliata. Gia più volte il Pendragon è giunto a sostenerlo e lui si è nuovamente gettato nella mischia. Ogni cosa ha i suoi limiti.

Il vampiro che sta per colpire Joey alle spalle con una spranga viene sbalzato contro la parete. La velocità dell’impatto è tale che le sue ossa si frantumano.

Più d’uno arretra, come colpito da qualcosa di invisibile, cadono e si rialzano, vengono sbalzati lontani. Intanto la corrente d’aria, nel vicolo, si fa più violenta. Union Jack non si pone troppe domande sull’aiuto inatteso. Finisce i suoi avversari. Senza eccessiva brutalità, ma con precisione.

Quando l’azione è finita la sua salvatrice rallenta. I suoi capelli bianchi contrastano col costume giallo e rosso, che in una zona più illuminata avrebbe lasciato, probabilmente, una scia colorata al suo passaggio.

- Mylady! – accenna un inchino, tra il serio e il faceto.

Lei ride. – I nostri rapporti erano meno formali, l’ultima volta che ci siamo visti. –

 

Casa di Joey

I due entrano nella stanza. Romany è a terra.

Sta lottando con un vampiro, si oppone disperatamente alla sua forza soverchiante.

Union Jack si getta nella mischia. Afferra il non–morto e lo strappa violentemente dalla presa della donna.

- Contro tre avversari? A quanto pare il rapporto di forse si è invertito. – Si trasforma in fumo e sfugge al suo assalitore. Il fumo si dirige alla finestra. – Vieni a cercare la tua amica, se osi. Ahahahahahahahahahahahahahahahahah

Intanto Jacqueline Falsworth, ignorando i resti di quattro vampiri sparsi sul pavimento, si precipita ad aiutare Romany, che fatica a rialzarsi. – L’hanno presa, hanno preso Claire, non sono neanche riuscita a sapere se il vampiro l’aveva uccisa o se era ancora viva che gia mi erano addosso. Avevano pianificato tutto con precisione. –

- Tranne la nostra resistenza e l’arrivo della nostra inaspettata soccorritrice, sembra. –

- Dobbiamo trovarla, se la troviamo prima dell’alba c’è ancora una speranza di salvarla. Jacqueline, può correre attraverso la città cercando qualsiasi indizio che può portarci ai vampiri? –

- Posso, ma si nascondono bene, per lo più, non so se riuscirò a vedere qualcosa.

Romany corre verso una valigetta, che aveva con se all’arrivo nell’appartamento. Estrae tre comunicatori portatili.

- Questi sono del dipartimento, ma è un’emergenza. –

Jacqueline Falsworth, Spitfire schizza via, ad una velocità sufficiente a far volare in giro tutte le carte della casa. – Odio quando fa così. – Joey si guarda in giro, pensando a quanto tempo gli ci vorrà per far riassumere all’appartamento una parvenza di abitabilità. In lontananza si sentono delle sirene. – Era strano che nessuno si fosse fatto avanti per protestare per il rumore. Non ho tempo da perdere con gli sbirri, al momento. – Allunga la mano per prendere il comunicatore e salta fuori dalla finestra, calandosi in strada per poi correre via, verso la sua moto.

 

Altrove.

Vola via appena in tempo per scansare la potentissima scarica energetica.

La sua mente brucia le informazioni, altrettanto velocemente le richiama, alla ricerca dell’identità dell’avversario.

Scaglia una roccia enorme, che colpisce con la sua staffa, così da accrescerne la massa.

L’energia del suo nemico riduce il proiettile in polvere.

Si proietta contro l’assalitore, ma solo per esserne respinto da un potente cazzotto.

Si rialza, stordito. Con la coda dell’occhio percepisce il colosso viola che punta l’enorme cannone che ha al posto del braccio sulla sua testa.

Il movimento è, apparentemente, lento. Ma non riesce a muoversi con maggior velocità, segno che la percezione accelerata non corrisponde a una pari accelerazione del corpo.

Sente che è giunta la sua ora. La fredda mano della morte stesa contro di lui.

Fa un ultimo tentativo di rialzarsi, inutile.

Il rumore dello schianto è pazzesco.

Schegge schizzano da tutte le parti, mentre due saette rosse bianche e blu schizzano nuovamente verso il cielo.

Capitan Inghilterra viene colpito più volte, il dolore è intenso, segno che i proiettili posseggono un’accelerazione notevole.

- Alzati, Capitano. Altromondo ha bisogno di te. -

Il guerriero alza gli occhi. La donna avvolta nella guaina bianca e rossa, con stivali blu e i capelli bianchi gli porge la mano per aiutarlo ad alzarsi.

- Salve, McQuillian. Chi è il tuo compagno? –

- Lo conosci. Malgrado l’arma che indossa sugli occhi, con la quale sta distruggendo i frammenti del Fury che stava per ucciderti, così che non si riformi. È Capitan Bretagna 616. –

- È così grave? –

- Il palazzo potrebbe venir assediato. –

Capitan Inghilterra raccoglie la sua staffa. – Bene, non appena il pivellino ha finito, andiamo. Non c’è tempo da perdere. –

 

Non molto tempo fa, un luogo che scopriremo in seguito.

La stanza è completamente buia. Ma il buio completo, su questo piano, non esiste, quindi i loro occhi sensibili vedono tutto.

- È certamente lei. L’ha salvata e lasciata da un amico, la cui donna è una sbirra. –

- Siamo certi che sia intervenuto per salvare lei? –

- Quella sera Lars era uscito di qui con il preciso incarico di rilevare e scremare il giro di coloro che lo avevano allargato troppo. E la ragazza era cliente di Janis e di Todd, quindi è sospettabile. –

- Dobbiamo scoprire se è stata lei e deve pagarla. –

- Oltre il suo incubo peggiore, se è stata lei. Credimi. –

 

Londra. Oggi.

Spitfire. Ha preso il suo nome di battaglia da un’arma. Da un mezzo di distruzione. Ma c’era la guerra.

I suoi amici di allora sono quasi tutti morti. Suo padre. I fratelli. I compagni di squadra.

Suo figlio. Molti sono morti di vecchiaia. Qualcuno è caduto in battaglia, durante la guerra e dopo.

Qualcuno ucciso dai vampiri: suo figlio.

Corre all’impazzata per la città, un fulmine giallo e rosso. Potrebbe andare più veloce, ma non può rompere la barriera del suono in questo posto. Non senza provocare danni enormi a uomini e cose.

Ma correre così piano, mentre cerca la base dei vampiri, le lascia troppo tempo per pensare. Tempo, cosa ne sanno gli altri di quanto sia lungo il tempo per chi è così veloce.

Cerca di pensare, allora, ai pochi che sono ancora vivi.

Non suo figlio.

Jim, contro ogni speranza. Il suo sangue sintetico le aveva donato i poteri. Una seconda trasfusione la seconda giovinezza. Ma non aveva restituito il colore ai suoi capelli. A pensarci bene era una stranezza. Comunque ora aveva nuovamente il corpo di una ventenne. In tempo per veder morire suo figlio.

Namor. Il principe di Atlantide. Intanto era stato imperatore ed aveva perso il titolo un numero enorme di volte. Ma quello era il prezzo di una lunga vita.

Steve.

No, Steve alla fine era morto. Lo aveva pianto, quando sparì assieme a Bucky. Non questa seconda volta. Aveva aspettato che riapparisse, lo facevano tutti.

Non suo figlio.

Spitfire sfreccia per la città, facendo volare i cappelli dalle teste dei pinguini impettiti. Corre per non pensare e per cercare i vampiri che hanno ucciso suo figlio.

 

Londra. Un po’ di tempo prima.

La sciocca crede di essere al sicuro. Ma in realtà può trovarla quando vuole. Non sa cosa le hanno dato. Quale assaggio di straordinaria estasi.

La sente, sente il suo richiamo e si avvia con decisione.

Il viaggio è breve, nell’aria della notte. Asseconda le correnti d’aria ed arriva in fretta sul luogo.

È rimasta a casa dell’amico. Perché no, in fondo. Non sa che possono trovarla facilmente. Non sa cosa le hanno dato.

Sbircia dalla finestra. La ragazza è sola. – Guardami. – Lei risponde allo stimolo. Lui non può entrare in quella casa, nessuno l’ha mai invitato. Ma non è più un problema.

La ragazza apre la finestra. Lui la fissa negli occhi, per rafforzare la presa su di lei.– Ora racconta. –

 

Londra. Oggi.

Union Jack spinge la sua moto al massimo per le strade della città. Sa che sta girando a vuoto.

Sa anche che non c’è fretta, la ragazza è morta.

Può rivisitare tutti i luoghi delle recenti battaglie con i vampiri spacciatori. Cercare di risalire a rovescio le loro tracce. Cercarne altri. Ma le strade sono sorprendentemente tranquille. Come se fosse circolata la voce. Non stasera.

La ragazza è morta. Se riesce a recuperare il corpo può impedirle di diventare una vampira. Non può fare altro. Doveva proteggerla ed è morta.

Si è presentato di notte e lui non ha sospettato nulla.

Troppo facile, lei era felice per la prima volta da mesi. Si era sentito sollevato da un peso ed era morta.

Tradita dall’uomo che amava. Tradita anche da lui che non l’aveva protetta.

Bella incarnazione del Pendragon.

- Sto girando a vuoto, ora mi accorgo che non avevo intaccato quell’organizzazione, non sapevo nulla di significativo. –

Dà ancora gas e corre via.

 

Londra. Molto vicino.

L’uomo, o quel che è, ha lunghi capelli bianchi. Lisci.

È appena apparso dal nulla. Lei lo conosce, ma questo non la tranquillizza affatto.

- Kate McClellan. Ho bisogno di te. –

- Ma io non di te. Ma a che serve, tanto mi fregherà lo stesso. Andiamo. Almeno mi dirai a cosa ti servo? –

- Avremo tempo di parlare durante il viaggio. –

I due svaniscono.

 

Londra. Un po’ di tempo fa.

Trovare l’altro è ancora più semplice.

Bazzica di continuo attorno al locale. alla ricerca di una dose di Liquid Fire.

Il succube perfetto. Un frutto che aspetta solo di essere colto. Aspetta solo qualcuno che abbisogna di uno schiavo.

Oggi ha trovato un padrone che ha bisogno di lui.

Attirarlo in un angolo appartato con la lusinga di una dose è facilissimo. Il suo sangue è ricco, segno che non se la passa affatto male. Non dovrebbe, se la droga svolge il suo compito.

Non l’hanno progettata per farli star male. L’hanno progettata per sapere prima a che categoria apparterrebbero se toccati.

Che questo sia un perfetto succube è una fortuna. Chissà cosa ci trovava lei.

Una volta morto lo parcheggia in un posto comodo così che maturi.

La loro vendetta sarà più dolce se sarà lui a morderla, a portarla da loro. Dovrà soffrire per il suo tradimento. Soffrire per l’eternità.

 

Casa di Joey.

Romany è seduta sul divano, fissa il vuoto.

Ha sbarrato ogni entrata. Ma ora che sono penetrati in quella casa, le sue barriere non faranno molto effetto. Un po’ d’aglio. Un po’ d’acqua santa.

Sparsa da lei, potrebbe anche non funzionare. Oltre tutto basta una pioggerella per neutralizzarle.

Si sono presi un pomeriggio per loro e una donna è morta.

Lui ne resterà segnato per mesi. Anni, forse.

Si da della stupida per essere così egoista. Ma non può farci nulla, appena sembra andare un po’ meglio, appena trovano una parvenza d’intesa accade qualcosa.

- Scuotiti, sciocca.

Si passa le mani sui pantaloni, sente del bagnato.

Sangue.

Guarda le mani, sono macchiate di rosso. Prova a concentrarsi. A fare il vuoto nella mente.

Nulla, pensa ancora alla ragazza morta.

Il vuoto.

Improvvisamente tutto gira, violentemente. Il vortice impetuoso non si ferma ma diventa sempre più veloce.

Romany quasi cade quando interrompe la concentrazione.

- Odio quando fa così.

Allunga la mano verso la guida telefonica, dopo averla ripulita.

 

Londra. In giro.

Joey è esasperato, mai vista tanta calma piatta a Londra, di sera.

È gia un po’ che fa, tra se e se, delle battutine sulle insegne. Intervallate da pensieri del tipo “Ma quanto sono stronzo, nascondo il senso di colpa con del pessimo umorismo” e “Questo è un chiaro segno del calo della soglia di attenzione”.

- Joey? Mi senti? –

- Dimmi. –

- Un vortice, non so cosa voglia dire. Sto sfogliando la guida della città per avere un’ispirazione. Comunque è connesso al sangue che ho addosso. –

- Ok, terrò gli occhi aperti. Grazie, avevo bisogno di una scossa. Tu come stai? –

- A pezzi. Ma finché mi tengo impegnata tutto bene. Non sento Spitfire. Forse la velocità compromette il funzionamento del comunicatore, anche se non capisco come. –

- Potrebbe andare troppo vicina alla barriera del suono. Se non ha inserito correttamente l’auricolare si allontanerebbe dallo squillo prima di accorgersi che è il suo. Ma è in gamba, si accorgerà presto dell’errore. –

- Va bene, riprendo la mia ricerca. Ti amo, stai attento. –

- Ti amo anche io, qualsiasi cosa succeda. –

 

Londra. Più tardi.

- Rampage Swirl. Certo che anche questo è veramente orribile. Almeno non si chiama la boutique dei riccioli. Dei mulinelli. Dei vortici. Può essere così semplice? Be’, non mi costa niente controllare, tanto mi stava cadendo l’attenzione ancora una volta. –

Abbandonata la moto in un vicolo poco distante, Joey salta di tetto in tetto.

Il locale è chiuso, fatto strano, in una sera come questa. Malgrado la calma piatta quasi tutti gli altri erano aperti.

Il lucernaio è chiuso. Union Jack inizia ad esplorare oltre il bordo del tetto per controllare le finestre.

Il vampiro gli è addosso prima ancora che finisca di sporgersi la prima volta. Scivolano oltre il bordo del tetto e cadono a terra.

L’edificio è basso, appena due piani, e la reazione di Joey è immediata. Quindi cade sul vampiro. Malgrado ciò è una bella caduta e solo il Pendragon lo salva da conseguenze significative.

Lo stesso non si può dire del vampiro.

Quando si rialza, barcollante, il suo collo è visibilmente spezzato.

Altrettanto visibilmente se ne frega. Avanza minaccioso in direzione di Union Jack, che barcolla ancora. – Scuotiti.

Estrae il pugnale d’argento è lo affonda con prontezza. Il vampiro cade a terra, ancora sorpreso.

- Mi senti? Rampage Swirl. Mi senti? Cazzo, spero di non aver danneggiato il comunicatore. –

Accende il segnale che permette di rintracciarlo e si accinge a cercare un’entrata di servizio.

La trova subito. Chiaramente sorvegliata. Mette rapidamente fuori gioco il guardiano. Un umano.

La porta è aperta, quasi. Comunque non offre grande resistenza. Entra. Dentro il buio è intenso. Joey cala sugli occhi le lenti notturne che ha imparato a portarsi dietro movendosi di notte e in ambienti bui. Che costano una cifra e si rompono facilmente in battaglia. Oltretutto.

Striscia nella penombra verdognola con la sicurezza dell’esperienza.

Questo gli permette di sorprendere più d’un guardiano. Ma inevitabilmente, per un umano, solo, nella tana dei vampiri, non è possibile mantenere il segreto in eterno.

Se il cacciatore è esperto, dopo che hanno individuato il suo odore riesce a restare nascosto ancora per un po’. Union Jack neutralizza altri cinque vampiri prima di essere trovato, poi la battaglia si fa violenta.

Lui è asserragliato contro una porta, dietro un tavolo rovesciato.

L’argento non è il metallo adatto a fare proiettili, corri sempre il rischio che ti scoppi la pistola in mano, ma placcati svolgono la stessa funzione. Di fronte a quell’arma si crea uno stallo.

Non tutti i vampiri possono trasformarsi in fumo e forse nessuno di quelli presenti riesce ad elaborare una strategia che comprende il materializzarsi accanto ad un uomo deciso a strappargli la sua vita immortale. Fatto sta che la breve esitazione dei suoi avversari da a Joey il tempo di provare la porta. Cede.

Facendo gli scongiuri del caso rotola all’interno della stanza, si rialza e corre a barricarsi.

- Bingo. Sono barricato nella raffineria. Ma almeno due piani sotto il livello della strada. Se esco da questa situazione smetto.

- Romany, mi senti? Jacqueline? Nel caso che una di voi mi senta, sono nel locale, è il posto giusto. Sono bloccato qui dentro. È controllato da una banda di 15/20 vampiri, non so se l’organizzazione è più numerosa, ma non credo. -

Joey trova gli interruttori ed accende tutte le luci, alcune sono rotte, segno che i vampiri non si occupano della manutenzione in quella stanza.

Un filo di fumo filtra sotto la porta.

Joey lancia, facendo affidamento nell’esperienza è il pugnale entra nel cuore del vampiro un istante dopo che ha finito di solidificarsi.

L’urlo del vampiro morente avverte i compagni del fallimento dell’attacco.

Il cambiamento di strategia diventa evidente quando dal piccolo bagno iniziano ad uscire topi. Nel tempo che Union Jack riesce ad accorgersi della nuova invasione e mettere in atto una contromossa, cioè chiudere e barricare la porta qualche centinaio di roditori sono riusciti ad entrare nella non piccola stanza.

Joey si rifugia sopra uno dei banconi, gran parte della superficie è ricoperta di vasi e provette contenenti le più disparate sostanze chimiche.

Joey non è un grande esperto in chimica. Non conosce i modi in cui possono essere combinate le sostanze, se non per qualche ricetta, che applica in maniera piuttosto meccanica, per produrre i colori artigianalmente.

Ma è in grado di riconoscere gli acidi dalle etichette.

Inizia a rovesciare litri e litri di ipoclorito di sodio sui feroci animaletti, che cadono come mosche, morendo tra atroci tormenti.

Poi passa ad acidi meno comuni, presenti comunque in discrete quantità.

Malgrado il condizionamento gli anomali vengono rapidamente neutralizzati al non trascurabile costo di una significativa riduzione della respirabilità dell’aria, già di per se stantia, nella stanza.

- Insetti. – Reagendo a questa idea, Joey si precipita ai due lavandini addossati al muro ed attiva i tritarifiuti.

Dal bagno arrivano altissimi gli squittii di migliaia di animaletti e si sente l’incessante rumore del lavorio dei loro denti sul legno.

Dalla porta d’ingresso si sente il ben maggiore fragore che deriva dal tentativo dei vampiri di abbattere a porta da loro stessi eretta per tener fuori dal laboratorio i loro simili di bande rivali.

- Un problema per volta. Tanto per citare la Bibbia.

Inzuppa degli stracci di alcol etilico e li ammucchia contro la porta del bagno, stando ben attento a che non la tocchino. Poi li incendia.

Il denso fumo si diffonde un po’ ovunque, ma una buona parte ne entra nel bagnetto cieco, spinto dalla corrente con lo spiffero sotto la porta che da all’esterno.

Respirabilità e visibilità, comunque, diminuiscono ancora.

Union Jack sta pensando al fatto che ogni sua contromossa aggrava la situazione quando tre eventi accadono quasi contemporaneamente.

Sente che i tritarifiuti dei lavandini iniziano ad affettare qualcosa, spari che giungono, apparentemente, dalla cima delle scale provocano l’interruzione dei colpi contro la porta e un grosso vampiro finisce di materializzarsi, precedentemente nascosto dal fumo, sempre più denso, che riempie la stanza.

Il tutto coperto dai versi dei topi che stanno morendo soffocati.

Joey si avventa velocemente contro il suo avversario che, più forte, lo respinge violentemente, facendogli volare di mano il pugnale.

Estrae la pistola in tempo per assorbire l’urto di uno dei tavoli più piccoli della stanza. Inevitabilmente ci rimette l’arma, anche se l’energia del Pendragon gli permette di non riportare ferite significative.

Si rialza in tempo per notare che il vampiro sta sollevando il più grosso dei banconi.

Joey scatta, contando sulla maggiore velocità.

Colpisce con un calcio il ginocchio dell’avversario, che di spezza con un rumore macabro, simile, ma non uguale, al rompersi di un osso.

Quando il bancone, venendo a mancargli il sostegno, precipita sul vampiro, Union Jack è gia rotolato lontano, in direzione del luogo in cui è caduto il pugnale.

Il peso del mobile è sufficiente, combinato all’arto rotto, che si sta sicuramente rimarginando a velocità pazzesca, a rallentare il vampiro quel tanto che basta a Joey di raggiungere la sua arma e tornare indietro.

La testa viene via nello stesso momento in cui le sostanze rovesciate sollevando il bancone raggiungono le fiamme.

- Merda. – Union Jack getta a testa fra le fiamme e si dirige verso la porta d’ingresso, rimpiangendo di non avere il tempo di recuperare la pistola.

Pregando di non trovare i suoi avversari ammassati contro la porta, la apre. I vampiri sono appostati in fondo alle scale. Cercano di ripararsi dalla gragnola di proiettili che li investe. Alcuni sono visibilmente feriti, cosa che lascia pochi dubbi su cosa li abbia colpiti.

Otto sono ancora in piedi. Si accorgono quasi subito del nuovo pericolo.

Il primo si alza solo per essere abbattuto da un proiettile che gli trapassa la testa.

Un altro avanza con maggior circospezione, col solo risultato di essere abbattuto da un pugnale nel cuore.

A questo punto in tre si alzano, balzando su Union Jack, che scarta, facendone scontrare due. Fa una capriola  ed afferra la testa del terzo, un movimento secco e si sente il rumore di un collo che si spezza.

Il vampiro cade. Mentre Union Jack scavalca, con un balzo al limite dell’impossibile i suoi tre compagni rimasti, si rialza tenendosi la testa. Con un gesto secco e un rumore molto simile, rimette a posto il collo, che sicuramente inizia a rigenerarsi.

In pochi balzi Joey arriva in cima alle scale. Romany sta inquadrando i loro avversari nel campo compreso fra due enormi pistoloni, che occupano entrambe le sue mani.

Dei vampiri nessun segno, pur essendo quella l’unica uscita.

Lady Jacqueline Falsworth arriva in un istante.

- Ho setacciato tutto il locale, c’erano alcune copie della formula, che ho distrutto. Era contenuta anche in un computer, dotato di una connessione di rete. Ho distrutto il disco rigido, ma ho una copia della formula, vedremo di creare un virus in grado di rintracciare e distruggere eventuali copie in internet. La banda dovrebbe essere composta solo da quelli qui presenti, di cui ce ne rimangono? - - Sei. – Spitfire corre velocemente giù per le scale, risale pochi istanti dopo, portandosi dietro una scia di fumo denso. – Quattro. - - Tre. – Romany spara nello stesso tempo in cui lo dice.

Uno dei vampiri, preso dalla rabbia, ha cercato di inseguire la velocista.

Il suo sacrificio è sufficiente, però, perché i superstiti, nelle loro forme animali, riescano a risalire le scale.

Il corpo a corpo è l’unico modo che hanno per avere la meglio. Sei figure avvinghiate, rotolano nella stanza, mentre il fumo che risale dal basso la riempie velocemente.

Romany lotta disperatamente facendo appello alla sua tecnica superiore per tenere sbilanciato il suo avversario. Un solo colpo della creatura, nettamente più forte, potrebbe bastare a metterla fuori gioco.

Spitfire è troppo veloce perché anche il più forte dei vampiri possa pensare di starle al pari. Il suo avversario le sta, infatti avvinghiato, cercando di stritolarla.

Joey lotta col suo avversario, forza e velocità sono molto simili. Il vampiro, contando sul fatto che può sovrastarlo nella prima, cerca di avvinghiarlo, ma grazie alla seconda Union Jack riesce a sottrarsi al mortale abbraccio.

Jacqueline si rialza, stretta dal vampiro. Parte a forte velocità contro un muro. La sua maggiore resistenza all’inerzia le permette di cavarsela con una costola rotta, mentre il corpo del vampiro finisce in pezzi.

Scatta in direzione di Romany, colpendo il suo avversario alla testa. Questi cade, l’investigatrice lo finisce con un colpo al cuore. Ripete l’operazione anche con l’avversario di Spitfire, le cui ossa stavano gia risaldandosi, mentre la velocista ferita crolla a terra.

Romany esita per un istante tra il soccorrere la donna o il suo amante, che sta ancora lottando col vampiro. Istante sufficiente a Joey per finire la sua battaglia.

 

Fuori.

Mentre aspettano l’ambulanza per Lady Falsworth, Joey e Romany guardano il rogo del locale. Si sentono in lontananza le sirene dei pompieri. Stanno entrambi pensando a Claire, il cui corpo era quasi sicuramente all’interno e alla droga che non sarà, con un po’ di fortuna, più in circolazione.

 

Più tardi, appartamento di Joey.

Risolti, per il momento, i problemi con i vicini Union Jack sta cercando di riordinare ciò che resta del suo appartamento.

È ossessionato dal pensiero di Claire. Non è riuscito ad aiutarla. A conti fatti, se quella sera non l’avesse salvata non sarebbe cambiato nulla. Tutta la sofferenza che le è costato disintossicarsi, non è servita a nulla. Un cadavere svanito nel fuoco o peggio, un vampiro. Un vampiro che si ripresenterà a farsi cancellare da lui. Come Kenneth.

Sente un rumore. Si gira in tempo per essere afferrato per il collo.

Un grosso vampiro lo sta squadrando.

- Costituirai uno spuntino rinvigorente. Aggiungerà piacere all’utile azione di far sparire i testimoni di questa spiacevole vicenda. Dopo averti consumato cercherò la tua donna, la sciocca aristocratica e quel buffone con una bandiera addosso, prima di sparire per ricominciare in un’altra città, come unico detentore della formula del Liquid Fire. –

Mentre il vampiro parla, Joey annaspa, raggiunge una lampada e gliela affonda nel cuore.

- Cretino. Non te lo avevo neppure chiesto il tuo stupido piano. -